La fascinazione del teatro: Umberto Orsini

Si racconta, racconta una carriera artistica strepitosa Umberto Orsini in Prima del Temporale, lo spettacolo che ha aperto il 68.esimo Festival dei Due Mondi di Spoleto (in scena fino al 1° luglio al teatro Caio Melisso). Narra la sua vita nel teatro, nel cinema, in forme di intrattenimento “di un tempo” come i fotoromanzi, ma anche ricorda episodi della sua vita, gli incontri, le assenze. Lo spettacolo è come un sogno fatto in camerino prima di iniziare l’ultima recita di uno spettacolo che, in realtà, non è mai riuscito a portare in scena, Temporale di Strindberg. È un viaggio nella memoria continuamente interrotto, ironicamente, da intrusioni di una giovane sarta che ama il teatro, che conosce tutto il teatro del passato (la spiritosa Diamara Ferrero), e da un pompiere con il desiderio segreto di diventare attore (Flavio Francucci). È, nonostante quei brillanti interventi di alleggerimento, il viaggio solitario di un uomo che è stato uno dei principali attori di questi anni, il prototipo dell’attore protagonista, un maestro che a 91 anni sente il peso del tempo e il vuoto intorno a sé: di colleghi, di amici cari, di donne amate, di voci che non risuonano più.

Foto di Claudia Pajewski

La pièce, da un’idea di Umberto Orsini e Massimo Popolizio, scritta da Orsini stesso e ispirata al suo libro Laterza Sold out, ha la regia, leggera ma incalzante, di Massimo Popolizio, compagno dell’attore in vari spettacoli di successo. È un viaggio nella memoria arricchito dai bei filmati di Lorenzo Letizia, nella scena essenziale di Marco Rossi e Francesco Sgaribaldi, costumi di Gianluca Sbicca, con le luci oniriche di Carlo Pediani, che disegnano le atmosfere interiori di un vecchio attore che rievoca, con malinconia ma anche con piglio energico, una lunghissima carriera iniziata nel 1955, 70 anni fa. 

FESTIVAL DEI DUE MONDI
Spoleto 27 giugno 2025, ph. Andrea Veroni

Questa mia non è una vera e propria recensione: è solo un omaggio a un interprete straordinario, che fa vibrare la platea, che rapisce gli spettatori portandoli nella storia della scena del dopoguerra, evocando nomi come Virna Lisi, Romolo Valli, Giorgio De Lullo, Rossella Falk, ma anche le gemelle Kessler e Sylvia Kristell, la bellissima interprete di Emanuelle e Emanuelle 2, in cui recitò Orsini: rivelata nella sua fragilità di donna.

Orsini, in questa sonata di fantasmi, tocca con mano felice memorie giovanili, familiari, il rapporto col fratello, col padre che non lo prese mai in braccio… Un pallone gli ricorda uno sfortunato amico dell’oratorio… Il viaggio verso Roma, per provare a diventare attore, assume toni epici e poi si colora della quotidianità della ricerca di una pensione… Tocca momenti condivisi della storia intima e di quella dello spettacolo del dopoguerra, con momenti struggenti d’amicizia, per esempio con Corrado Pani e con i suoi affettuosi, acidi sfottò. 

Foto di Claudia Pajewski

Poi Orsini interpreta: il brano con cui si presentò all’esame di Accademia, L’uomo dal fiore in bocca di Pirandello; un pezzo di Copenaghen, per spiegare come memorizza, giocando a tennis; il monologo sulla sofferenza dei bambini di Ivan Karamazov, dallo sceneggiato televisivo: e qui la grandezza si fa commozione, nel vedere lui, oggi, anziano, e confrontarlo con lui giovane, proiettato sui lati della scena, e sentire recitare in diretta quelle parole risonanti di dolore, di indignazione. 

Il tempo passa leggero, ma anche segna: nel finale, prima di entrare in scena per il Temporale, con una battuta del testo di Strindberg – ci stacchiamo dalla gengiva come un vecchio dente cariato, senza dolore – è piegato: una silhouette che saluta la compagna di tanti spettacoli, Rossella Falk, con un “Ciao!” sommesso, tenerissimo. 

La sala esplode, applaude, non sembra voler smettere più di applaudire, a riconoscere il fascino, l’incantagione di un mago di quella strana falsa profonda sincerità che è il teatro. 

FESTIVAL DEI DUE MONDI © Andrea Veroni: Applausi infiniti al maestro

Lo spettacolo sarà in tournée nella prossima stagione, al Teatro Argentina – Teatro di Roma, al Piccolo Teatro Milano, al Teatro Duse Bologna e in altre città e sale.

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